Per Giorgia il trattamento che le era stato riservato dalla mia ragazza fu devastante, infatti mai avrebbe pensato che una donna potesse giungere a quei livelli di sadismo nei confronti di un altra donna.
Lo capii quando piangendo mi telefonò dopo qualche giorno dicendomi che stava facendo i salti mortali perché il marito e i figli non si accorgessero dello stato in cui si trovava il suo sedere, ma che il rischio che il marito volesse che lei adempisse ai suoi doveri coniugali era alto, e lei non si sarebbe si potuta opporre. Mi chiese poi quasi piangendo di non lasciarla piú nelle mani di quella pazza. Le risposi che non doveva permettersi di chiamare la mia ragazza quella pazza e che avremmo potuto incontrarci in un bar del centro della mia città per parlarne, le dissi che per me l'indomani andava bene.
Arrivato al bar con un certo ritardo per metterla ancora piú in tensione, mi disse che avrebbe preferito se avessimo parlato in piedi, in quanto non riusciva ancora a sedersi per il dolore provocato dai colpi di bambú con cui la mia ragazza aveva martoriato il suo sedere. Le risposi che non se ne parlava neanche per idea in quanto non avevo nessuna intenzione di bere in piedi e che quindi ci saremmo seduti. Giorgia mi rispose con un espressione del viso rassegnata dicendo si padrone.
Ci sedemmo e ordinai due aperitivi. La faccia di Giorgia e le smorfie del viso mostrava il dolore che stava provando appogiando il suo sedere pieno di piaghe sul legno della sedia. Giorgia cominció quindi a parlare e disse che la razionalità le diceva di mollare tutto, ma l’eccitazione che provava a sottomettersi a me le impediva di farlo, peró voleva rinegoziare il contratto di schiavitú inserendo come limite quello di non essere piú rimessa nelle mani della mia ragazza. Io le dissi che ovviamente lei poteva andarsene quando voleva, ma una rinegoziazione del nostro patto avrebbe dovuto avere anche il mio consenso e lo avrei dato solo se avesse cassato i suoi limiti precedenti, ossia avrebbe dovuto accettare tutto quello che le avrei ordinato nei limiti della sua sicurezza anche se questo avesse potuto compromettere i suoi rapporti familiari e personali. Se accettava questo avrei dato il mio assenso ad inserire come limite nel nostro accordo di non riconsegnarla ancora nelle mani della mia ragazza. Giorgia mi disse che quello che le chiedevo era tanto in quanto avrebbe potuto scombussolare la sua vita in un modo veramente devastante, in un modo molto piú devastante di quanto era successo fino a quel momento e che ci avrebbe voluto pensare fino all’indomani.
L’indomani Giorgia mi chiamó e disse che avrebbe accettato anche se sapeva che la situazione da un punto di vista familiare sarebbe diventata insostenibile, cosī come dal punto di vista psicologico ed emotivo.
La prima conseguenza del nuovo accordo fu l’incarico a un simpatico vecchietto che in realtá era un vecchio bavoso di controllare se la depilazione della passerina e il livello della gonna erano conformi a quelli ordinati e avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo anche bussando a casa sua o piombando sul suo luogo di lavoro. Con fare rassegnato che lasciava intendere la vergogna di essere giunta cosí in basso Giorgia disse certo padrone.
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Giorgia dopo la sessione con la ragazza e rinegoziazione del contratto di schiavitù
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